DIARIO DI VIAGGIO
Dunque
io, Rinaldo Signorini, Franco Zuccarini, Giuseppe Valceschini,
Renato Pandiani e Franco Silvestro siamo stati a Chivasso il 04/01/2006.
Bella scoperta direte voi. Eh, mica tanto se pensiamo che tra
una cosa e l’altra – a parte Silvestro, - a Chivasso
non eravamo più stati dal mitico e agognato giorno del
congedo.
Non che stiamo a distanze stratosferiche, solo che non ci era
mai più capitata l’occasione.
Dunque Chivasso. Beh, per
prima cosa abbiamo visitato ciò che resta degli
impianti ferroviari. Tutto quanto ospitava la parte militare è
stata “riconvertita”. Cioè di militare non
c’è più neppure il ricordo. Hanno fatto presto
qui le F.S. a dimenticare il Genio Ferrovieri.
La stazione invece ha subito un mini restyling, di dubbio gusto
– se vogliamo – con l’applicazione di vetrate
posticce, che forse riparano un po’ meglio i “clienti”
durante l’attesa dei convogli. Ma lo squallore è
dilagante.
Il paese è rimasto sostanzialmente tale. Non abbiamo notato
modifiche di rilievo alla struttura abitativa. I bei tempi della
piena occupazione, della Lancia e quant’altro, sono solo
un ricordo. La cittadina ci è parsa decisamente incupita,
con un’ambientazione alquanto trasandata.
Avviandoci verso la “mitica” Caserma Giordana, - era
giorno di mercato – ci siamo imbattuti in un dedalo di bancarelle
assai intenso: un mercato traboccante, ma con poca gente attorno
ai banchi.
Dopo il pranzo decidiamo di visitare la “Giordana”.
Innanzi tutto cominciamo a dire che il comune di Chivasso, dopo
la dipartita del Genio Ferrovieri, è divenuto il legittimo
proprietario dell’immobile. Ne ha effettuato il restauro
destinandola a struttura pubblica polivalente. Ma se l’esterno
sembra artisticamente accettabile, altrettanto purtroppo non si
può certamente dire per il cortile interno. A mio modesto
parere, è stato compiuto un autentico sacrilegio artistico/architettonico
nell’aver riempito il cortile di un palazzo del 1600, con
delle vetrate enormi che niente hanno a che vedere con l’insieme
e con la storia della struttura.
Le vetrate, che ricoprono interamente le quattro facciate interne,
hanno snaturato, nascondendola alla vista, tutta la parte storica
e artistica. Un vero scempio, direbbe Sgarbi. Le immagini credo
siano sufficientemente eloquenti a denunciare il tutto.
Un saluto a tutti. Tiziano Testi
Chivasso, 04 Gennaio 2006
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